Vocabolario gay
VOCABOLARIO GAY, LESBICO, BISEX E TRANS
Questo vocabolario gay, lesbico, bisex e trans è un'opera aperta, prodotto di mesi e mesi di lavoro collettivo, di centinaia di segnalazioni, telefonate, incontri, lettere ed e-mail giunte da tutt'Italia (e non solo). Ed è così che continuerà a crescere, con il contributo di tutti coloro che vogliono ricostruire un tessuto linguistico che spesso è stato usato come arma di disprezzo, di ingiuria, di derisione ma che i gay hanno imparato a utilizzare per riconoscere e riconoscersi, per affermare la propria identità e la propria dignità. Nulla di quanto è scritto, dunque, è inteso come definitivo. Correzioni, precisazioni, suggerimenti sono auspicati e saranno benvenuti.
Amicizia particolare.
Espressione di uso comune, ormai (fortunatamente) caduta in disuso, che indica il rapporto omosessuale sia tra due uomini che tra due donne. Roger Peyrefitte, diplomatico di carriera, nel 1944 scrisse 'Le amicizie particolari', un'autobiografia che racconta gli amori tra gli adolescenti di un collegio.
Amor platonico.
Espressione che indica tanto l'amore asessuato che l'amore tra due uomini. Il richiamo a Platone, che nei dialoghi parla spesso del rapporto amoroso tra uomini, è evidente.
Andare alla macchia.
Ricerca di avventure omosessuali. Come in Machiavelli (Lettere, 1497-1527): "Giuliano Brancacci, verbigrazia, vago di andare alla macchia..., per Calimala Francesca si ridusse sotto il Tetto de' Pisani, dove guardando tritamente tutti quei ripostigli, trovò un tordellino, il quale con la ramata, con il lume, e con la campanella fu fermo da lui, e con arte fu condotto da lui nel fondo del burrone".
Andare a vela e a motore.
Essere bisessuali. Il riferimento è alla doppia possibilità della barca che può utilizzare tanto la vela che il motore e all'essere umano che può andare sia con una persona del proprio sesso che con una dell'altro sesso.
Anormale.
Omosessuale inteso come 'non conforme alla norma, irregolare'. E' sicuramente una dei sinonimi più dannosi, più violenti e più duri a morire. Dal lat. mediev. anormale(m) (sec. XII).
Arare con l'asino.
Avere rapporti omosessuali. Il riferimento è biblico e più precisamente al Deuteronomio (22,10) dove si dice: "Non arerai con un toro e un asino insieme aggiogati". Arare con l'asino è dunque considerata una bizzaria come strano, stravagante, 'anormale' sarebbe avere un rapporto anale.
Aretinare.
Avere rapporti omosessuali. Il riferimento è a Pietro Aretino (1492-1556), accusato da Niccolò Franco, di essere omosessuale.
Arte de' poeti.
L'omosessualità, deprecata da Ludovico Ariosto (1474-1533) come pratica comune dei letterati (vedi anche artista).
Artista.
Fino a metà del '900 veniva spesso usato come sinonimo di omosessuale, in ossequio alla convinzione piccolo-borghese secondo la quale gli artisti sono sempre un po' strambi e spesso omosessuali.
AYOR (at your own risk),
Acronimo che significa 'a vostro rischio e pericolo'. Viene usato nelle guide gay per indicare quei luoghi (sopratutto all'aperto) dove il crusing è particolarmente pericoloso (e quindi, per alcuni, altrettanto seducente).
Baffa.
Uomo gay con i baffi. Molto usato negli anni Settanta e Ottanta (quando andavano di moda i baffi) per definire coloro che, nostante l'apparenza molto virile, poi, in fondo, rivelavano modi profondamente più delicati.
Bagascio.
Omosessuale che si prostituisce (vedi anche Bardassa).
Balletti verdi.
Nome attribuito a feste private di uomini (per lo più uomini adulti e giovani prostituti) che spesso sfociavano in orge. Il nome viene usato come contrapposizione agli eterosessualissimi balletti rosa. Il verde è ritenuto colore omosessuale essendo stato reso famoso da Oscar Wilde (1854-1900) che girava con un garofano appunto verde all'occhiello. Celebre è lo scandalo che, nel 1960, turba la città di Brescia e coinvolge nomi famosi dello spettacolo. Una cronaca puntuale è in Stefano Bolognini, 'Balletti verdi - Uno scandalo omosessuale', liber edizioni, 2001. Fu proprio in quell'occasione che il giornale del Partito comunista l'Unità inaugurò per primo l'espressione applicandola alla cronaca ("I ragazzi, che avevano il compito di provocare negli ospiti virili slanci, venivano definiti con nomi di fiori: 'margherita verde', 'garofano verde' ecc. Da cui lo scandalo dei 'balletti verdi' come già la gente bresciana, venuta a conoscenza dei turpi episodi, indica le riunioni che avvenivano alla villa" - Unità, 5 ottobre 1960)
Bare-backing (inglese).
Lett: cavalcare senza sella. Fa riferimento alla pratica di avere rapporti sessuali non protetti, trovando eccitante il rischio di rimanere contagiati dall'Hiv.
Bardassa (o Bardascia).
Nell'italiano antico, spiega Giovanni Dall'Orto, veniva usato per denominare l'omosessuale passivo. Dall'arabo bardag, giovane schiavo. Confronta anche lo spagnolo bardaje (XVI sec.), sodomita. Il significato ufficiale è quello di 'monello', 'ragazzo scapestrato', 'giovane che vive impudicamente'. (Da notare la contaminazione con il termine francese antico bardache che successivamente ha indicato i travestiti sciamanici dell'America del Nord). Non è un caso che l'idea dello schiavo (di qualcuno quindi privo di potere) venga fatta coincidere con quella di omosessuale passivo. In siciliano abbiamo anche bardasceddu e il verbo bardasciari.
Battabastion (lombardo).
Omosessuale maschio per l'abitudine di battere degli omosessuali nella zona dei bastioni.
Battere.
Vedi Battuage. Angelo Pezzana sul battere negli anni '50 e '60 in 'Dentro e Fuori' (Sperling&Kupfer, 1996): "Per i più giovani, battere in quegli anni significava andare per lo più nei cinema e nei parchi, e lì tutto avveniva in maniera rapidissima, buia e ansiosa. Solo i più adulti ed emancipati possedevano una mansarda, una soffitta, un appartamento dove era possibile organizzare qualche partouze".
Battuage.
Attività sessuale maschile promiscua, sovente anonima e senza fini di lucro esercitata nei luoghi segretamente deputati (giardini, locali, strade, bagni pubblici eccetera). Il termine imita spudoratamente il francese pur non appartenendogli minimamente, e indica appunto l'abitudine di passeggiare, con l'intento di fare conquiste sessualmente, nei luoghi classici di raduno della popolazione omosessuale maschile. Viene spesso tradotto con battere, termine che fa esplicito riferimento alla prostituzione femminile (ma nell'accezione omosessuale maschile il denaro è elemento del tutto trascurabile). Es.: Vado a battere, i luoghi del battuage.
Bisessualità.
Pulsione (rara, diciamoci la verità) che porta indistintamente a scegliere come oggetto del proprio desiderio tanto persone del proprio sesso che dell'altro. Comp. dotto del latino bi- 'doppio' e sexuale(m) 'sessuale'. Il rapporto Kinsey (1948) è forse il primo studio scientifico che utilizza il termine bisessuale per riferirsi a coloro che hanno comportamenti non esclusivamente etero od omosessuali.
Bondage (inglese). /h4>
Lett.: schiavitù, servitù. Pratica sessuale che prevede la restrizione dei movimenti o l'immobilizzazione totale del proprio partner. Implica sempre la dominazione ma non necessariamente il sado-masochismo. Può avvenire attraverso corde, catene, manette, polsiere e cavigliere con chiusure in velcro, foulard, nastro adesivo, pellicola di chellophane, camicie di forza, bracciere in cuoio, sono infiniti gli strumenti usati per legare e immobilizzare.
Bottom (inglese).
Omosessuale passivo.
Buco (o Bucaiolo) (toscano).
Ano e omosessuale. Termine molto usato in Toscana che definisce appunto l'omosessuale maschio, prevalentemente passivo. (vedi anche Busone, Cupio, Lumino, Vasetto)
Bue.
Omosessuale maschile. Non è sicura la provenienza. Forse si riferisce al buco (ano in toscano) anche se è possibile che il richiamo sia proprio quello dell'animale proverbialmente mansueto e paziente (e, quindi, con l'idea sottostante che l'omosessuale è un passivo, disposto a sopportare tutto, affatto aggressivo).
Buggerone (o Buzzarone o Buggiarone).
Prima dell'Ottocento stava a significare 'omosessuale attivo'. Nel linguaggio corrente si usa ancora il verbo buggerare che un tempo significava 'sodomizzare'. Deriva dalla parola bulgaro con riferimento alla setta eretica dei càtari o albigesi (probabilmente originaria della Bulgaria) dove si diceva che la pratica omosessuale fosse molto diffusa.
Busone (emiliano).
Omosessuale. L'idea che un omosessuale è un buco (o un grande buco, busone appunto), un recettore, un involucro da riempire è frequente nei dialetti italiani (vedi anche Cupio, Buco o Bucaiolo, Lumino, Vasetto)
Butch (inglese).
Lett.: maschione. Donna lesbica che esprime una forte identità maschile.
Cacciatore (in inglese Chaser).
Ragazzo magro a cui piacciono gli orsi/chubbies. Solitamente senza barba/baffi e dai modi maschili.
Camionista.
Lesbica con atteggiamenti particolarmente maschili. (In inglese: Bull Dyke, Diesel) (Al contrario vedi Femme).
Camp (inglese).
Il termine è fonte di irrisolte questioni linguistiche. Alcuni lo fanno derivare da army camp, accampamento militare e grande calamita della prostituzione di entrambi i sessi; altri dall'inglese dialettale kemp, una specie di simpatica canaglia. Secondo la lezione di Susan Sontag che nel 1964 pubblicò preziose 'Notes on Camp', la parola descrive un tipo particolare di sensibilità comune a molti gay, quasi una risposta provocatoria a chiunque pretenda di dettare leggi estetiche soprannaturali. "Il camp", scrisse la Sontag, "asserisce che il buon gusto non è semplicemente buon gusto; che esiste, infatti, un buon gusto del cattivo gusto". Nel camp l'oggetto (uomo, donna, film, romanzo, corrente artistica eccetera) magari condannato unanimamente come kitsch, diventa non solo lecito ma bramato. "Il camp", continua la Sontag, "incarna la vittoria dello stile sul contenuto, dell'estetica sulla morale, dell'ironia sulla tragedia".
Capretto, Giovane omosessuale.
Deriva forse da capra, prostituta.
Catamito, Giovane omosessuale.
Deriva dal latino catamitus, a sua volta derivato dal greco Ganymèdes, Ganimede, il bellissimo giovinetto amato da Giove e da lui assunto in cielo quale coppiere degli dei, ufficio ch'era stato, prima, commesso ad Ebe giovane amato da Zeus.
Checca.
Omosessuale maschile particolarmente effemminato o di cui comunque si presume la passività nel rapporto sessuale. Molti fanno derivare il nome da un celebre mulo (ibrido non fecondo) del 'Corriere dei Piccoli'. Checca è anche un vezzeggiativo del nome Francesca, ma - come del resto avviene in molte parole gergali - il passaggio semantico non è chiaro. C'è chi crede che sia necessario riferirsi al veneziano checa e al toscano cecca, termini che indicano 'donna volgare, ciarlona, sciamannata', mentre in Toscana e nel Lazio Sora checca indica l'organo femminile della riproduzione. Tra i derivati: checcaggine, criptochecca (omosessuale velato), chierichecca (omosessuale cattolico bigotto), scheccare (comportarsi, muoversi da checca).
Chubby.
Letteralmente "ciccione". I 'chubbies' si differenziano dagli orsi perchè hanno grossa corporatura ma non portano nè barba nè baffi.
Cinedo, Giovane omosessuale
(dal greco kìnaidos, in origine maestro di danza, ballerino e poi giovane prostituto, scostumato, dissoluto - confronta Platone, Gorgia, 494 ed Eronda 2,74)
Clitorismo.
Comportamento erotico lesbico che consiste nella penetrazione effettuata tramite la clitoride.
Closet (in the). (inglese).
Lett.: nell'armadio. Espressione che indica l'omosessuale che non dichiara espressamente di essere tale o che comunque fa del tutto per nasconderlo.
Cock Ring (ingl.)
Lett.: Anello per l'uccello. Anello in metallo, pelle o gomma che si 'installa' attorno ai genitali (pene e testicoli) per aumentarne la durezza e la dimensione, molto usato nell'ambiente gay. Al di là della sua funzione pratica, costituisce anche una sorta di ornamento sessuale.
Coming out (inglese).
Il venir fuori, il dichiararsi spontaneamente omosessuali, gesto liberatorio in una società che al massimo concede la sopravvivenza al patto del rispettoso silenzio sulla propria identità.
Cruising (inglese).
Battere, rimorchiare, cercare altri partner nei luoghi più o meno deputati (parchi, bagni pubblici, zone specifiche ecc.)
Culattone (lombardo).
Omosessuale maschile passivo. Secondo alcuni non si tratterebbe di un semplice accrescitivo di culo ma di una forma derivata di inculatone.
Culo.
Metonimia tra le più diffuse per indicare l'omosessuale (sopratutto passivo).
Cupio.(piemontese).
Omosessuale. Dal latino medievale cupa che stava a significare una botticella, un recipiente. Già qui si vede come gli omosessuali fossero intesi come dei contenitori.
Cybersex (inglese).
Attività erotica soddisfatta attraverso l'uso del computer (chat, cam ecc.)
Daddy (inglese). h4>
Lett.: papà. E' così chiamato chi assume il ruolo di padre/mèntore con un ragazzo più giovane. I rapporti daddy/boy sono generalmente concentrati sulla guida psicologica e sulla cura e le attenzioni che il partner più anziano dedica al partner più giovane. Lo sugar-daddy (il papà-zucchero) designa in particolare l'amante più anziano che mantiene il più giovane.
Dama.
Omosessuale passivo.
Dare il culo.
Concedersi al rapporto anale. L'espressione ha doppio significato per nulla casuale: uno spregiativo (assecondare servilmente, sottomettersi) e uno strettamente sessuale.
Darkroom (inglese).
Lett.: stanza buia. La stanza all'interno di un locale gay dove, grazie al buio pressochè totale, è possibile avere rapporti sessuali anonimi e multipli. Le darkroom ebbero un grande successo negli Usa alla fine degli anni Settanta/inizio anni Ottanta. Era infatti possibile partecipare ad un'orgia senza preamboli e piena e totale libertà di movimento. L'emergenza Aids ha decretato oltreoceano la morte delle darkroom che invece resistono in Europa anche se periodicamente si riaccendono le polemiche sul rischio di contatti sessuali che avverrebbero per lo più senza considerare le linee guida del sesso sicuro.
Dildo.
Pene artificiale. Fin dall'antichità se ne sono prodotti di tutti i tipi e dimensioni. Il termine inglese probabilmente deriva dall'italiano 'diletto', nome che identificava un pene artificiale in vetro soffiato che, riempito di acqua calda, veniva utilizzato dalle donne rinascimentali della penisola nelle pratiche autoerotiche. Prima fabbricati in pelle, o in ceramica o anche in budello essiccato, oggi sono per lo più in latex.
Disciplina del pedagogo, L'omosessualità.
Deriva dall'idea - forte in Ariosto - che i pedagoghi fossero molto (troppo) inclini a sottomettere gli allievi ai propri desideri sessuali.
Drag king (inglese)
Lett.: re della strada. Chi, in genere omosessuale donna, interpreta in modo volutamente grottesco ed estremizzato gli aspetti e i comportamenti del gender maschile, per motivi di spettacolo, senza mettere più di tanto in discussione il proprio.
Drag Queen (inglese).
Lett.: regina della strada. Chi, in genere omosessuale maschio, interpreta in modo volutamente grottesco ed estremizzato gli aspetti ed i comportamenti del gender femminile, per motivi di spettacolo, senza mettere più di tanto in discussione il proprio..
Dress code (ingl.) -
Indicazione in alcuni locali gay (ma non solo) che avverte che l'ingresso è ammesso solo se si è vestiti in un certo modo (nudi, in mutande, con divisa militare, in cuoio ecc.)
Dungeon. (inglese).
Lett.: prigione sotterranea. Qualsiasi spazio utilizzato per attività sadomasochistiche sia pubblico che privato e attrezzato con strumenti adatti (gabbie, croci di Sant'Andrea, cavalletti, lettini ecc.).
Ermafrodito.
Mitico figlio di Venere e Mercurio, si innamora della ninfa della fonte Salmacis, nei pressi di Alicarnasso. La ninfa chiese e ottenne dagli dei di formare con lui un solo corpo che, per la riunione dei due sessi, fu poi chiamato Andrògine, ciò uomo e donna insieme. Fin dal XIV secolo viene usato nella lingua italiana (Sant'Agostino e Ghiberti) con riferimenti alla sessualità non propriamente eterosessuale. Marco Antonio Canini nel Dizionario etimologico italo-ellenico (1865) fornisce le seguenti definizioni: 1) essere mitologico che nato da Venere e Mercurio possedeva doppie parti genitali, di uomo e di donna; 2) donna in cui la clitoride è straordinariamente sviluppata, e che ha forma, voce, abitudini quasi virili; 3) uomo le cui parti genitali sono imperfettamente sviluppate e che nei lineamenti e nel carattere ha qualcosa di femmineo; 4) animale in cui i due sessi sono riuniti; 5) fiore in cui i sessi sono riuniti.
Essere così (anche essere di quelli).
Essere omosessuali. L'impronunicabilità del nome rende il disprezzo della società omofoba. Ne dà un bell'esempio e una spiegazione Giorgio Bassani in 'Storie ferraresi': "Bastava dire che Fadigati era così che era di quelli. Ma talvolta, come succede a parlare di argomenti indecorosi, e dell'inversione sessuale in ispecie, c'era chi ricorreva sogghignando a qualche parola del dialetto, che è sempre più cattivo, da noi, in confronto alla lingua dei ceti superiori".
Essere dell'altra sponda.
Essere omossessuali. Indica con sufficiente disprezzo l'idea dell'essere omosessuali, persone cioè che vivono 'in un altro mondo', sulla sponda opposta a quella delle persone 'normali'.
Fag Hag (inglese).
Lett.: strega delle checche. Frociarola (vedi) ovvero donna eterosessuale che ama circondarsi principalmente di uomini omosessuali dei quali molto spesso (e senza risultato) si innamora.
Fashion (anche Dolce & Gabbana, Bimba).
Giovane gay solitamente dai modi femminili molto interessato alla moda costituita da abiti aderenti (non a caso Dolce e Gabbana). Attento molto anche all'immagine del viso non disdegna "scolpiture" delle sopracciglia.
Femme (francese).
Lett. femmina. Lesbica con atteggiamenti particolarmente femminili (in inglese chiamata anche lipstick lesbian, lesbica col rossetto. Al contrario vedi butch e camionista).
Figlio della Pentapoli.
Omosessuale. Il riferimento è biblico essendo la Pentapoli il distretto amministrativo della Palestina che comprendeva cinque città: Sodoma, Gomorra, Zeboim, Zoar e Adama.
Finocchio.
Omosessuale. Voce toscana entrata in italiano con la letteratura neorealistica. Difficile è affermare con certezza il passaggio semantico. L'interpretazione più corrente riguarda l'abitudine che si aveva un tempo di spargere semi di finocchio sui roghi sui quali venivano immolati i peccatori sodomiti, per attenuare l'odore nauseabondo della carne umana bruciata.
Per alcuni (Panzini, Dizionario, 1923) la metafora si spiega col fatto che 'il finocchio è tutto buco'. Per altri col fatto che il finocchio non fa fa semi e quindi non figlia. A. Menarini ritiene che il nome possa riferirsi all'omonima maschera popolare (che tuttavia non aveva nessuna caratteristica legata all'omosessualità): "la figura di Finocchio, per la sua attività di imbroglione e di mezzano prezzolato, e soprattutto per i suoi modi leziosi ed effeminati" si sarebbe dunque "prestata a una similitudine che corrisponde pienamente ai gusti e alla mentalità delle platee popolari". Lo stesso autore ritiene che forse è più interessante ‚risalire in blocco al finocchio vegetale (finocchiare 'ornare i propri discorsi', finocchiata 'cicalata', vender finocchio 'dare a intendere', infinocchiare 'dar a intendere fandonie', e simili), la quale potrebbe, almeno in parte, avere più di un debito verso la nostra mascheraé. Altri ipotizzano che la metafora possa nascere dal modo di dire, di per sè innocente ma suscettibile di interpretazioni maliziose, il finocchio fra le mele. Il Pescetti (Proverbi italiani, Venezia, 1629) lo spiega così: ‚si usa quando si vuol mostrare che due cose stanno bene insieme, perchè il finocchio si suol metter insieme con le mele in tavola dopo pastoé e nel capitolo 'Dispregio e suo contrario' annota ancora: "Io t'ho tra 'l finocchio e le mele. Il medesimo [cioè uguale al modo di dire: Io t'ho dove si soffian le noci]. Perchè il finocchio e le mele si danno infine e de' dietro". In alcuni autori (ad es. nel Varchi, Cap. del Finocchio), finocchio indica l'organo maschile della riproduzione. F. Mosino suggerisce un'ipotesi più debole: ‚Tra Otto e Novecento la moda maschile degli effeminati, dei gagà, suggeriva l'uso del bastone e del bastoncino, come indispensabile complemento dell'eleganza raffinataé, e il leggero bastoncino di bambù era chiamato finocchio o finocchietto. Ma c'è anche un'altra interpretazione che merita di essere presa in considerazione e che viene fatta risalire al Medioevo e alle streghe la cui attività era violentemente perseguitata e punita con il rogo. Contro di esse ci fu anche la battaglia silenziosa della confraternita dei benandanti costitituita esclusivamente da uomini di cui si sospettava un'intensa e altrettanto segreta attività omosessuale. Il loro scopo era quello di combattere, utilizzando le stesse armi (sortilegi, pozioni magiche ecc.), le streghe maledette. I benandanti (che si riteneva fossero tutti 'nati con la camicia', e cioè partoriti con la placenta ancora addosso) utilizzavano rami di finocchio per fronteggiare le streghe armate di canne di sorgo. Derivazioni: Finocchia (lesbica, omosessuale maschile passivo).
Fist-fucking (inglese).
Lett: scopare con il pugno. Pratica sessuale che prevede l'introduzione del pugno e anche dell'intero braccio nell'ano del partner.
Flobert.
Omosessuale maschile (dal nome di un fucile a retrocarica).
Flag/flagging (inglese).
Lett.: bandiera/sbandieramento.E' l'uso - ancora molto in voga in alcune comunità gay americane - di fazzoletti colorati (appunto flags o hankies) secondo un codice preciso che esplicita il gusto sessuale di chi li porta. Il fazzoletto viene di solito inserito in una delle tue tasche posteriori dei pantaloni (a destra o a sinistra fa la differenza!).
Fregàgnolo (o Fregagnuola).
Omosessuale maschile. Da 'fregare' inteso come fornicare.
Fricatrice.
Lesbica. Dal latino fricatrix, colei che sfrega.
Frocio (o Froscio).
Romanesco ora usato su tutto il territorio. Omosessuale maschile. In origine il termine indicava lo '(svizzero) tedesco' (confronta i sonetti 53, 135, 375, 1010, 1496 di G. Belli). Il perchè di questa attribuzione ai cittadini della Confederazione elvetica di lingua tedesca non è stato mai sufficientemente chiarito. Alcuni sostengono che il legame passi attraverso il significato di froce intese come 'narici', particolare anatomico particolarmente accentuato negli svizzeri tedeschi (sopratutto nelle guardie svizzere papali), noti per essere dei grandi bevitori (il che, con il tempo, avrebbe provocato una crescita sproporzionata del naso) e per non essere particolarmente attratti dalle donne. Lo slittamento, fa notare Tullio De Mauro (Lessico dell'omosessualità, in 'Pratiche innominabili' di R.Reim, L. Di Nota, A. Veneziani, Mazzotta, 1979) può essere stato favorito dal nesso con il naso che, sopratutto nel dialetto romano, allude al 'dubbio' e al 'sospetto' (in romanesco me puzza significa 'mi insospettisce'). Tra i derivati: frocerìa (l'esser froci, il consesso omosessuale), frocia (anche donna omosessuale o uomo omosessuale sopratutto passivo)./
Frociarola.
Donna etero che si circonda di gay e spesso se ne innamora. Traduzione dell'inglese fag hag (vedi).
Garrusu (o Arrusu, Garrusuni, Iarrusu, Jarrusu).
Siciliano. Omosessuale maschile passivo. Per alcuni proviene dall'arabo (c)arùs, fidanzata, giovane e/o essere legato a carusu, ragazzo. Garrusìa indica l'essere, il praticare l'omosessualità mentre garrusiari ha tre significati: 1. scherzare, 2. sbravazzare e 3. essere omosessuale. Garrusignu, garrusiscu stanno invece a significare dinoccolato, lezioso, sdolcinato.
Gay (inglese).
Il termine comincia a diffondersi nel mondo anglosassone all'inizio del '900 mentre in Italia il primo ad utilizzarlo è Alberto Arbasino in 'Super-Eliogabalo' (1969). Avendo tutti ormai scartato l'ipotesi risibile che si tratti di un acronimo (Good as you, buono, bravo come te) c'è chi (Lotti-Borneman) fa risalire il termine al provenzale gai visto che nelle corti dell'epoca l'omosessualità era pratica diffusa e condivisa. Geoffrey Chaucer (1340 ca. - 1400) utilizzò per primo il termine gay come sinonimo di happy, felice. Nell'inglese del XVII sec. gay indicava il libertino mentre due secoli dopo la prostituta. Nella prima metà dell'Ottocento una gay house era il bordello e gay chi si prostituiva. Nel 1922 Gertrude Stein in 'Miss Furr & Mrs. Skeen' (apparso su 'Vanity Fair') ne fa uso ("They were [...] gay, they learned little things that are things in being gay, [...] they were quite regularly gay ) ma non è certo che per gay intendesse omosessuale. Nel 1933 l'aggettivo fu usato come aggettivo che indica un omosessuale (gay cat era fino a quel momento un ragazzo vagabondo, iniziato alla malavita) e nel 1938, Cary Grant nel film 'Bringing up baby' (in italiano: 'Susanna'), cerca di giustificare il fatto di essere vestito da donna dicendo: "Because I just went gay all of a sudden", perchè son diventato gay tutto d'un colpo. Nel 1941 Gershon Legman e G.V. Henry ('Sexual variations') confermano che la parola gay indica nello slang una persona omosessuale. In americano la parola ha diversi significati (alcuni dei quali non proprio lusinghieri). Oltre che omosessuale, gay significa infatti: 1. intossicato dall'alcool; 2. strano, indesiderabile (sopratutto nel linguaggio giovanile)
Gaydar (inglese).
Sintesi di due parole (gay e radar) e indica quella particolare capacità che avrebbero molti omosessuali nel riconoscere i propri simili in qualsiasi situazione.
Gay Skin (inglese).
Indica quegli skinheads dichiaratamente gay.
Gioco dei frati, L'omosessualità.
Si allude chiaramente alle abitudini omosessuali del clero.
Glory Hole (inglese).
Un piccolo buco ritagliato nella parete divisoria dei bagni maschili per favorire l'introduzione del pene da una parte e il rapporto orale dall'altra.
Gomorrita.
Omosessuale maschile. Dalla città di Gomorra distrutta insieme a Sodoma per le pratiche omosessuali dei loro abitanti (cfr. Genesi, 19)
Inchiappettare.
Avere un rapporto anale attivo. Da chiappa.
Inculare.
Come inchiappettare. Anche qui è forte il doppio significato che rimanda all'idea di farsi fregare, imbrogliare, appunto buggerare. Deriv. inculata.
Ingresso degli artisti,
Espressione scherzosa che indica l'ano alludendo anche alla presunta diffusione delle abitudini omosessuali maschili nel mondo dell'arte.
Intersessuale.
Termine usato da Edward Stevenson (alias Xavier Mayne) in 'The Intersexes' (1908) e diffuso in Italia negli anni Venti e Trenta.
Invertito. Traduzione dell'espressione inglese di tendenza invertita (che a sua volta aveva tradotto il tedesco sensibilità sessuale contraria) per opera del dottor Tamassia (1878). Tamassia, ci spiega Giovanni Dall'Orto, era convinto che "l'omosessualità fosse una condizione in cui nell'organismo di un determinato sesso si osserva un atteggiamento tipico dell'altro sesso, ovvero, per l'appunto, invertito. Oggi le persone che Tamassia descrive nel saggio in cui conia la parola invertito sarebbero classificate come 'transessuali', ma all'epoca si riteneva che costoro fossero i più rappresentativi esempi (o esemplari...) della 'categoria' dei diversi". Anche il termine "inversione" ebbe notevole successo in campo giornalistico. Nel 1948, ad esempio, un articolo di 'Le Vie Nuove', un settimanale comunista italiano, così descriveva e commentava la vita omosessuale caprese: 'A Capri gli invertiti vanno a messa alle 13 in punto'. Il pezzo descriveva, acidamente, uomini borghesi che "si chiamano Giangi, Fofo e Fizi, hanno lunghi riccioli sul collo, metalli preziosi che incatenano loro polsi e caviglie, collane [...] nè maschi nè femmine [...] siamo convinti che la spinta di un dito li farebbe rotolare a terra". Ogni riferimento non è puramente casuale e nel nostro paese abbiamo udito echi del termine invertito con accezione chiaramente sprezzante fino agli anni Settanta. Un altro esempio in Curzio Malaparte: "L'internazionale degli invertiti, tragicamente spezzata dalla guerra, si ricomponeva in quel primo lembo d'Europa liberato dai bei soldati alleati", ('La Pelle', 1949).
Latex (inglese).
Lattice di gomma e i suoi prodotti che, assieme al cuoio, costituisce materiale molto amato dai feticisti.
Leather (inglese).
Lett.: cuoio. Fa riferimento al gusto omosex (ma non solo) nei confronti dell'abbigliamento di cuoio legato per lo più alle pratiche sado-masochistiche.
Lesbica.
Donna omosessuale. Dal nome dell'isola greca di Lesbo, patria di Saffo, e dove si vuole che l'omosessualità femminile fosse molto diffusa. La parola 'lesbienne' era diffusa in Francia fin dal XVI secolo ma solo con la condanna per oltraggio delle poesie di Baudelaire (1857) divenne patrimonio linguistico diffuso. Tracce di 'lesbians' come sostantivo è stato rintracciato in un poemetto del 1732 (The Toast di William King). Derivati: amore lesbico, lesbismo, lesbiano.
Lesbico.
Il lesbico è un orso a cui piacciono gli orsi.
Ligurino.
Giovane omosessuale. Dal nome del giovane a cui Orazio ha dedicato un celebre carme (IV, 10)
Lumino.
Nel Meridione indica spesso l'omosessuale maschile. Letteralmente lumino sta a indicare "un piccolo lume ad olio, con luminello galleggiante, tenuto acceso davanti a immagini sacre o impegnato per attenuare l'oscurità nella camera da letto; poi sostituito da un cilindretto di cera inserito in un apposito bicchierino di vetro, e oggi da una piccola lampadina elettrica" (Devoto-Oli). Insomma, la fantasia popolare è sempre la stessa: gli omosessuali sarebbero dei contenitori e basta.
Marcare (piemontese).
Indica lo scheccare, marcare appunto, con atteggiamenti volutamente eccessivi, la propria omosessualità, incarnando gli stereotipi sui gay a uso e consumo di un pubblico eterosessuale (per strada, in locali"misti" etc.)
Marchetta.
Ragazzo omosessuale (ma anche eterosessuale) che si prostituisce con altri uomini. Marchetta stava anche per prostituta, abbreviazione della locuzione far marchette che significa più precisamente: "fare la prostituta in una casa chiusa, dove per ogni prestazione la donna riceve dalla mâitresse un gettone o marchetta" (Vaccaro). Deriv. marchettaro, marchettone.
Masaro, lesbica
(dal dial. veneto: maschio dell'anatra)
Master (inglese).
Chi, nel rapporto sado-masochistica, interpreta il ruolo del padrone, con pieno controllo e dominio del partner (lo slave).
Ma va a Carbonia.
Espressione usata in Sardegna che sottintende l'omosessualità della persona a cui viene riferita. Dal nome della città in provincia di Cagliari costruita nel 1936 durante il regime fascista per facilitare l'estrazione dal bacino carbonifero del Sulcis.
Melochecca (in inglese: Opera Queen).
Omosessuale uomo particolarmente appassionato di opera lirica.
Mignone.
Ragazzo omosessuale passivo. Dal francese mignon, grazioso, gentile.
Nasa.
Omosessuale. Adoperata sopratutto in ambito settentrionale, in origine indicava il sedere e per estensione l'omosessuale. C'è chi invece lo fa risalire al naso inteso come metafora fallica.
Nefandezza (vizio o piacere nefando).
Allusione all'omosessualità. ("Vizio nefando vuol dir l'istesso che la sodomia", De Luca, Dottor volgare, XV, II, 329, Roma, 1673)
Occhio fino.
Gioco linguistico che inverte le due parti della parola finocchio (v.). Usato spesso nel linguaggio infantile e adolescenziale o, sempre con intenzioni derisorie, sulla stampa quando si voleva evitare la parola diretta ritenuta brutale.
Omoerotismo.
Sostantivo ibrido composto dall'aggettivo homòs (uguale, simile) e èros (amore) indica l'omosessualità.
Omosessuale.
Sostantivo ibrido composto dall'aggettivo greco homòs (uguale, simile) e dal sostantivo latino sexus. La parola 'omosessuale' fu utilizzata per la prima volta nel 1869 dal tedesco Kàroly Mària Benkert (1824-1882) (o Kertbeny) il quale scrisse al Ministro della Giustizia prussiano per protestare contro l'estensione a tutta la Germania dell'articolo 175 (ex paragrafo 143) che puniva i rapporti sessuali tra uomini. Lo stesso Benkert creò anche "normalsessualità", cioè eterosessualità, e doppelsexual. Furono gli studi del 1890 a riportare in auge la parola "omosessuale" grazie a medici e psichiatri che avevano direttamente o indirettamente letto le tesi di Benkert. Nel suo famoso testo Psychopathia Sexualis, Krafft Ebing (1840 - 1902) qualifica l'omosessualità come una categoria. In Italia la parola si affermò dopo il 1920 anche come 'omosessualismo'. Deriv.: omo, omosex.
Omofilo.
Omosessuale. Dal greco homòs (uguale, simile) e filos (amico). E' spesso usato nei testi scientifici. Karl-Günther Heimsoth parla di homophilie, termine che sarebbe stato presente nella Germania degli anni '20. Tra il 1950 e la fine degli anni Sessanta si diffonde in Olanda tanto da far considerare quegli anni come il primo, significativo periodo omofilo della storia contemporanea.
Omofobia.
Patologia che prevede l'odio nei confronti dell'omosessualità.
Omotropia.
Termine introdotto da van de Spijker nel 1966 per intendere l'inclinazione verso lo stesso sesso.
Orso. (in inglese: Bear).
Uomo molto peloso, spesso di corporatura robusta.
Outing.
Il dichiarare omosessuale un personaggio per lo più noto nonostante lui non lo voglia. Pratica politica molto utilizzata dai gruppi estremisti americani per 'stanare' i propri nemici nella Chiesa cattolica e nell'establishment.
Papi (vezzeggiativo di 'papà').
Omosessuali più o meno dichiarati, padri di bambini, e quindi spesso anche sposati. Nel mondo gay un papi è a volte visto con un certo interesse erotico. Il termine è indeclinabile (un papi, due papi...)
Pàtico.
Omosessuale passivo. Dal latino pathicus, invertito (vedi Catullo, XVT, 2)
Pazza.
Uomo omosessuale dai modi molto femminili e che spesso si mette al centro dell'attenzione per il proprio modo di fare. Particolarmente rumoroso, vivace, eccessivo e fuori dalle righe.
Pederastìa.
Considerata una perversione sessuale caratterizzata dall'attrazione amorosa verso i fanciulli. Per estensione veniva riferita all'omosessualità maschile. Dal greco paiderastes composto di pâis (genitivo: paidós, figlio, fanciullo) ed erastes, amatore. La voce ci è probabilmente giunta attraverso il francese pèdèraste (1580) e pèdèrastie (1579). Derivati: pederasta, libidine pederastica.
Pedicare.
Sottoporre fanciulli a pratiche erotiche, sodomizzare. Dal lat. paedico, - onis e dal greco paidikà, giovinetto amato. Deriv. pedicone.
Piglianculo.
Omosessuale passivo.
Pignatta.
Omosessuale passivo.
Piercing (inglese).
Lett.: foratura. L'impianto dei monili del corpo (anelli sui capezzoli, sul pene, sullo scroto, nell'ombelico ecc.).
Pioggia dorata.
Metafora che indica l'urina in riferimento alla pratica sessuale che prevede appunto di urinare sul proprio partner. (In inglese anche pissing, water sports, golden shower)
Pivo.
Giovane che si presta a pratiche omosessuali. Deriva da pivo inteso come metafora fallica. Pivo deriva a sua volta da piva, strumento musicale (sia cornamusa che piffero che la tibia, strumento a fiato degli antichi romani).
Puttano.
Omosessuale che si prostituisce. La provenienza è naturalmente quella del femminile puttana, prostituta. Già nell'iscrizione della basilica di San Clemente (fine sec. XI-inizio XII) appare la frase 'fili de le pute'. Nel francese antico putain (1119 ca.), da pute, femm. di put, propr. 'puzzolente, sporco', dal lat. putidu(m) 'puzzolente'.
Queer (inglese).
Originariamente significava strano, eccentrico, assurdo, bizzarro ma anche era un termine dispregiativo per omosessuale. Negli anni '90 il termine è stato assunto da quei militanti politici che non si riconoscono come gay (felici, allegri) ma preferiscono un'accezione più dura, oppositiva, arrabbiata.
Ragazzo di vita.
Giovane prostituto. Dal titolo del celebre romanzo di Pier Paolo Pasolini 'Ragazzi di vita', 1955.
Recchione (o ricchiuni).
Omosessuale maschile. Il termine è molto usato nel Meridione ma anche al Nord non è sconosciuto (nel Veneto si usa Reciòn e in Lombardia Ôreggia e Ôreggiat). Una delle ipotesi (ma si tratta solo di ipotesi e niente di più) è che il termine faccia riferimento alla lepre, animale dalle orecchie lunghe e particolarmente lussurioso. Nei bestiari dei primi secoli del cristianesimo - ricorda Giovanni Dall'Orto che a sua volta cita Manlio Cortellazzo - la lepre cambierebbe sesso a volontà e diventerebbe così simbolo dell'amore contro natura. C'è invece chi sostiene che il riferimento alle orecchie sia dovuto alla presunta preferenza degli omosessuali per gli orecchini, ornamento tipicamente femminile. Il gesto di toccarsi un orecchio per alludere all'omosessualità di qualcuno è antichissimo. In napoletano del resto si usa l'eufemismo orecchio impolverato per significare appunto l'omosessuale (chillo tene a pòvve 'n copp'e rrecchie, quello ha la polvere sulle orecchie). Dall'Orto ha addirittura scovato un'elegia latina di Pacifico Massimo d'Ascoli del 1489. Il poeta se la prende con i suoi concittadini che lo credono omosessuale:
digito notatis (me), et aures vellitis, et male me creditis esse marem
E cioè: "(quando passo) mi segnate a dito, vi sfiorate le orecchie e mi credete un maschio incompleto".
Rimming (inglese).
Dal verbo to rim, bordare, orlare. La pratica erotica di leccare l'ano del proprio partner.
Rottinculo.
Indica con estremo disprezzo l'omosessuale passivo.
Saffismo.
Da Saffo, poetessa greca di Lesbo. Nei diari di Madame Piozzi del 1789, si parla apertamente della regina di Francia che sarebbe "a capo di una banda di mostri che si chiamano 'saffiste'". Nell'Ottocento il termine viene usato, sia pure raramente, nel linguaggio medico per definire l'omosessualità femminile.
Sbarbato.
Omosessuale maschile. Riccardo Bacchelli in 'Mal d'Africa' (1937): "Cheri spiegò in due parole al capitano che quei due mozzi erano del bel numero degli sbarbati, genere fiorentissimo in quelle contrade e rivali in amore delle donne".
Scat (inglese).
Pratica sessuale che implica l'uso delle feci nel gioco erotico. Dal greco skôr, genit. skatós, merda (d'orig. indeur.).
Scortillo.
Giovane prostituto omosessuale. Dal latino scortillum, giovane prostituta (da scortum, prostituta).
Sessualità sessuale contraria
(dal tedesco Konträre Sexualempfindung), termine coniato dal Karl Westphal (1833-90) per definire l'omosessualità e che a suo tempo ebbe qualche fortuna.
Westphal, in un saggio pubblicato dalla rivista Archiv für Psychiatrie und Nervenkrankheiten del 1869, presentando il caso di una lesbica arrivò a sostenere che la "sensibilità sessuale contraria" fosse ereditaria. "I suoi contributi", scrive il ricercatore di gay studies Stefano Bolognini, "fecero discutere, ma non erano accolti benevolmente: la medicina guardava ai primi tentativi degli psichiatri considerandoli alla stregua di semplici guaritori. Westphal diventò comunque un grosso esperto di "sensibilità sessuale contraria" e, ad esempio, fu chiamato a testimoniare nel processo contro Carl Zastrow, un uomo che rapì, sodomizzò e uccise un giovane. Un medico, di vecchio stampo, stabilì che Zastrow avesse acquisito la sua "passione perversa" per il sesso con i ragazzi perchè da giovane si era masturbato. Westphal sostenne invece che l'uomo era affetto da "sensibilità sessuale contraria".
Sieropositivo.
Persona che entrata in contatto con il virus dell'Hiv.
Sesso sicuro.
Norme di comportamento sessuale per prevenire il contagio dell'Aids (uso del preservativo, esclusione di scambio di liquidi quali sangue, sperma ecc.).
Sfasciatinculo.
Omosessuale maschile passivo. In Aretino, 'Il Marscalco', (1527): "Gran verecondia, che uno sfasciatinculo provochi ad ira un grave litterato, oh, oh, oh!"
Sfranta.
Termine che si riferisce al gay effemminato sia nel vestire che nella mentalità e non ha nulla a che vedere con i gusti sessuali (attivo o passivo) indicando piuttosto uno status. Si tratta di una denominazione diffusa in quasi tutta la Toscana, ma con particolare attenzione nella Toscana del nord (Firenze, Prato, Pistoia, Lucca e Pisa).
Slave (inglese).
Lett.: schiavo. Chi nel rapporto sado-masochista, interpreta (volontariamente e con propria soddisfazione) il ruolo dello schiavo.
Sodomia.
Dal nome della città biblica di Sodoma, che secondo la lettura tradizionale venne distrutta da Dio per il 'vizio' che vi imperversava (cfr. Genesi, 19). E' forse la parola che più ha sintetizzato la ripulsa sociale e la condanna religiosa. La nuova interpretazione della vicenda biblica parla della distruzione della città perchè era stato violato il principio sacro dell'ospitalità. Entrato nel latino medioevale alla fine del 1100. Tommaso d'Aquino, nella 'Summa Teologica' (1267-1273), riferendosi a San Paolo, intende per sodomia tanto il rapporto indebito tra maschio e maschio che quello tra femmina e femmina. Deriv. Sodomita.
Spanking (inglese).
Lett.: sculacciata. Pratica erotica che consiste nello sculacciamento del partner e che in alcuni casi può arrivare alla fustigazione o all flagellazione.
Straight (inglese).
Uomo o donna eterosessuale.
Terzo sesso,
Omosessualità secondo la sciagurata espressione escogitata, in assoluta buona, fede da Ulrichs (vedi Uranista) che nel 1864 parlò di drittes Geschlecht (terzo sesso) per quei casi in cui "un'anima di donna sia innestata [inclusa] in un organismo mascolino". L'idea che esistano tre sessi c'era anche nel 'Simposio' di Platone anche se per il filosofo greco il terzo sesso rappresenta piuttosto l'origine degli eterosessuali. Alessandro Severo (222-235), riferendosi agli eunuchi, parlava del tertium genus hominum. Thèophile Gautier (1836) utilizza l'espressione troisième sexe riferendosi a una donna viriloide mentre per Honorè de Balzac utilizza l'espressione terzo sesso intendendo omosessuale.
Top (inglese).
Omosessuale attivo sessualmente.
Transessuale.
E' il desiderio di un cambiamento di sesso dovuto a una completa identificazione col genere del sesso opposto, negando o cercando di modificare il sesso biologico originale. Il termine, introdotto alla fine degli anni Quaranta da D. Cauldwell e reso celebre nel decennio successivo da Harry Benjamin, deriva dal latino trans, attraverso e sexus, sesso. In Italia si comincia ad utilizzarlo nel 1968. Il primo caso noto di cambiamento di sesso fu quello di Sophia Hedwig che nel 1882 diventò uomo con il nome di Herman Karl. In Italia negli anni Sessanta si verificò il primo caso noto di cambiamento di sesso da uomo a donna e fu quello di Romina Cecconi.
Transgender.
Chi esperimenta su di sè un percorso di mutazione e di transizione tra i generi, indipendentemente dal fatto che ciò comprenda una mutazione fisiologico-sessuale. I maschi biologici che hanno identità femminile sono chiamati 'male-to-female' (lett. 'da maschio a femmina') o più brevemente m-t-f. Una femmina biologica che ha un'indentità maschile invece è chiamata female-to-male (lett. 'da femmina a maschio') o f-t-m.
Travestito.
L'indossare abiti dell'altro sesso. Il termine fu scelto da Magnus Hirschfeld (1910). A proposito degli omosessuali maschi in Italia sarebbe stata usata fin dal 1500, registrata sul dizionario Zingarelli solo nel 1970. Negli anni Venti la rivista scientifica 'Rassegna di studi sessuali' parla di transvestitismo mentre il termine travestitismo (senza la "n") appare nel 1948. L'attuale significato, specie se applicato agli uomini, può però comprendere anche situazioni erotiche transitorie dove la sessualità è invece di tipo eterosessuale. In 'The Female Husband' (1746) lo scrittore inglese Henry Fielding (1707-54) narra racconta la storia effettivamente accaduta della travestita Mary Hamilton.
Tribade.
Dal latino tribas, -adis che deriva a sua volta dal greco trìbein (strofinare). Con tribadismo, in effetti, si intendeva lo sfregamento della vulva d'una donna contro quella d'una compagna. E' probabile che il nome arrivò agli umanisti francesi rinascimentali grazie alle traduzioni di autori latini (Luciano, Marziale, Fedro) dove le tribadi vengono decisamente condannate, e per tre secoli il termine venne utilizzato usato per indicare una donna che aveva rapporti con un'altra donna. Nel 1566 Henry Estienne usa la parola nella sua 'Apologie pour Hèrodote' ma i dizionari francesi cominciano a registrarne la voce solo nel 1680. Per l'italiano Mantegazza (1885) si ha il tribadismo quando "una femmina che fornita di un clitoride eccezionalmente lungo può simulare l'amplesso con altra femmina... [anche se] oggi però è sinonimo di amore fisico fra due donne, sia pur soddisfatto nell'uno o nell'altro modo".
Uranista (o Urningo, Uranita, Urningina).
Omosessuale. Termine proposto (con poco successo) dall'avvocato tedesco Karl Heinrich Ulrichs che nel 1864 pubblicò "uno studio giuridico e sociale dell'amore tra uomini" dove appunto definiva quest'amore urnig o uraniano e gli individui che lo provavano uranisti. Il riferimento al Simposio di Platone e ad Aristofane è piuttosto esplicito. Nella mitologia greca incontriamo sia il dio Urano (privato della virilità dal figlio Crono) che Urania, la musa protettrice del genere androgino (distinto da quello maschile e femminile). Fu sempre Ulrichs a parlare degli omosessuali come di appartenenti al terzo sesso (vedi), uomini con "un animo femminile in un corpo maschile". Sciagurata teoria (per altro senza nessuna base scientifica) proposta in assoluta buona fede ma che produsse (e ogni tanto continua a produrre) danni rilevanti.
Unisessuale.
Termine che per un breve periodo fu usato con il significato di omosessuale (vedi il libro di Marc-Andrè Raffalovich 'Uranisme et unisexualitè' del 1896. E' in effetti in botanica che si parla di piante unisessuali (o dioiche) riferendosi a quelle a sessi separati (che hanno quindi fiori maschili e fiori femminili).
Vasetto (napoletano).
Termine desueto che definiva l'omosessuale passivo. Dal lat. vasu(m). "Per un semitismo penetrato nel latino della Vulgata attraverso il testo greco per effetto di una traduzione letterale dell'espressione biblica ad esso soggiacente, vas è spesso usato nella Bibblia per indicare un recipiente qualsiasi o anche, addirittura, un arnese o un congegno" (A. Niccoli in Enciclopedia dantesca, Roma 1970-1976) (Vedi Buco e Busone).
Velata (anche velato).
Omosessuale che si nasconde, che ha paura di rivelarsi in quanto tale.
Zia.
Termine importato dal francese (tante) e che indica l'omosessuale maschio, di solito invecchiato. Molto in uso negli anni Cinquanta e Sessanta, faceva evidentemente riferimento alla figura stereotipata della zia ïzitella', solitaria, un poco isterica nella quale a volte gli stessi omosessuali si identificavano con compiacimento.